Questo
è il Golfo
di Mondello
Le
immagini riprendono la stupenda borgata marinara di Palermo dall'alto
da tre punti di osservazione.
Quante
volte, ci siamo lasciati trascinare in un mondo fantastico osservando
una cartolina che ritrae il paesaggio dei nostri sogni! Uno sconfinato
mare azzurro, una dorata distesa sabbiosa sotto un cielo limpido illuminato
dal sole cocente delle estati tropicali ... e sembra quasi di sentire
il vento che accarezza la pelle, spruzzi dacqua che sfiorano il
viso...! Ma proviamo per un istante a pensare che anche fuori dalla
nostra fantasia esista un luogo altrettanto incantevole, a due passi
da Palermo, ed ecco prendere vita, sotto i nostri occhi, i colori tropicali,
le acque cristalline del Golfo di Mondello.
Mondello,
distesa lungo l'arco di una pittoresca baia tra il monte Pellegrino
e il monte Gallo dista soli 7 km da Palermo. Il clima particolarmente
temperato anche nella stagione invernale, fa di Mondello una frequentatissima
meta di soggiorno. All'estremo lembo a nord della baia si trova un borgo
di pescatori, dominato dalle rocciose ed impervie pendici del monte
Gallo dal quale si stacca una lingua di roccia protesa sul mare su cui
sorge la Torre Mondello. Nella zona fanno spicco sul lungomare una torre
saracena ed i resti di un antico castello.
L'impronta dell'uomo e della sua presenza creativa, appare nei dintorni
di Palermo nell'ultima fase della vita primitiva denominata Paleolitico
Superiore. L'Homo Sapiens rivela le tracce della sua esistenza sul monte
Pellegrino, nelle grotte che sovrastano il borgo rivierasco dell'Addaura.
La cementificazione lungo la costa del Golfo ha raggiunto un livello
in parte accettabile con lambiente, nella Cittadina del
sole. Splendide ville in liberty caratterizzano lo stile architettonico
del posto, dove molti vip locali e stranieri da anni trascorrono in
tutta tranquillità i loro week-end e le vacanze estive. Il Golfo di
Mondello gode di una eccezionale vivibilità grazie al clima sempre mite
ed alla favorevole posizione geografica. Contrariamente a quanto è accaduto
in altri poli turistici, come ad esempio a Palma de Majorca o nelle
isole caraibiche, dove grandi strutture alberghiere costruite senza
alcun criterio sulla costa hanno stravolto il paesaggio naturale, a
Mondello la cementificazione è ancora ben articolata, ad eccezione del
tratto che interessa Monte Gallo, dove leccessiva speculazione
edilizia ha cancellato il folto tappeto verde che ricopriva le pendici
del monte: il paesaggio resta però incantevole.
Altrettanto pressante risulta il cattivo funzionamento del canale di
drenaggio: a causa della mancanza di rete fognaria, si corre facilmente
il rischio di inquinamento marino e, nei periodi di piogge frequenti,
il paese sembra trasformarsi nella palude di un tempo.
Monte Pellegrino, definito da Goethe il più bel promontorio del
mondo, deve il suo nome alla presenza del falco pellegrino, predatore
ancora oggi presente insieme con altre specie di rapaci come il gheppio
e la poiana; oppure di uccelli migratori che in maggio lo sorvolano,
diretti verso lo stretto di Messina, come i falchi pecchiaioli e le
tortore. Il panorama che si può godere da
Monte Pellegrino, nelle giornate che precedono forti venti di tramontana
e maestrale, fino allisola di Ustica, a 32 miglia di distanza
dalla costa.
Il Monte Pellegrino e la Real Tenuta della Favorita, che insieme formano
la Riserva Naturale Orientata Regionale Monte Pellegrino,
costituiscono una delle più grandi bellezze della Sicilia, sia dal punto
di vista naturalistico che da quello paesaggistico. La Riserva (che
necessita di più cure), si estende per 1022 ettari, si pone come
scopo, fra gli altri, la ricerca scientifica sulle componenti naturalistiche
ed etnico-monumentali ed il mantenimento delle attività agro-silvo-pastorali
tradizionali.
La flora presente è una delle più importanti della
Sicilia, con centinaia di specie presenti. Nel bosco mediterraneo ammiriamo,
fra gli alberi dalto fusto, lecci, frassini, carrubi e mandorli.
Purtroppo, durante il rimboschimento, effettuato senza tenere conto
delle specie autoctone, sono stati introdotti anche eucalipti e pini.
Fra le specie della macchia troviamo invece fichidindia, palme nane,
cavoli rupestri dai fiori gialli ed euforbia, che oggi spadroneggia
sulle altre presenti.
Sul Monte, non mancano le testimonianze di insediamenti
umani appartenenti allera paleolitica ed a periodi immediatamente
successivi. Particolarmente interessanti risultano le incisioni parietali
rinvenute allinterno della grotta dellAddaura, riproducenti
figure antropomorfe e zoomorfe. Secondo gli studiosi, i graffiti riguardanti
le figure antropomorfe ritrarrebbero per lo più scene danzanti: gli
uomini riprodotti sulle pareti rocciose appaiono come figure ben congegnate,
pur nella loro semplicità. Grazie alla numerosità delle figure maschili
incise, è facile stabilire che i graffiti non appartengono al periodo
paleolitico. Stessa tecnica sarebbe stata adoperata per le figure zoomorfe,
rappresentate con identico stile verista che ne testimonia la contemporaneità.
Ricco di anfratti e grotte è il percorso che conduce al santuario di
S. Rosalia. Eccoci giunti nei pressi della passeggiata di Goethe,
sentiero che dalla vecchia strada raggiunge un costone a strapiombo
sul versante che sovrasta la Favorita. Un luogo immerso nel silenzio
della natura dove sostare piacevolmente prima di intraprendere lultimo
viottolo che conduce alla grotta di S. Rosalia. Qui la Santa, figlia
del nobile normanno Senibaldo, si rifugiò dopo aver deciso di abbandonare
per sempre la vita mondana. La fama del promontorio più bello
del mondo, il cui fascino misterioso resta ancor oggi intatto,
si rinnova ogni anno in occasione del Festino di luglio con manifestazioni
di spiccato sapore folkloristico in onore della Santa protettrice del
capoluogo isolano.