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Sport Film Festival
Il libanese Hajaij vince
il Paladino d’Oro

di Romina Vivona

Angelo Musco, Dario Fo e Primo Carnera sono state le punte di diamante della diciannovesima edizione dell’International Sportfilm festival, svoltasi a Palermo dal 10 al 14 novembre scorso. Mahuod Hajaij, rappresentante del Libano, nazione per la prima volta in gara, è stato il vincitore del Paladino d’oro.
Queste le novità che hanno interessato la rassegna organizzata dal Comune di Palermo in collaborazione con il Centro di comunicazione visiva dello sport, presieduto da Vito Maggio, cronista sportivo della Gazzetta dello Sport.
La manifestazione si è divisa in due sezioni: “Opere in concorso” e “Agonismo e spettacolo”, tutte a contenuto sportivo. Alla prima sezione hanno partecipato 18 nazioni con 100 opere per l’assegnazione del Paladino d’oro e del Paladino d’argento. Venti di queste sono state scelte da una commissione e sottoposte ad una giuria internazionale per essere esaminate. La giuria è stata composta da: Cristina Bragaglia, docente di storia del cinema presso la facoltà di magistero di Bologna, Fernaldo Di Giammatteo, critico e storico del cinema, Ugo Ristori, giornalista, Giorgio Gandolfi, giornalista e professionista e Sandro Vidrih, redattore sportivo da oltre venti anni in Slovenija.
La mia attività di regista è iniziata, quando andavo a scuola, con la realizzazione di due cortometraggi di due minuti ciascuno - dice Hajaij vincitore del Paladino d’Oro con la sua opera Once - ...è la prima volta che realizzo un film. Non avrei mai immaginato di vincere, visti i prestigiosi nomi degli altri concorrenti. Il giovane protagonista del film cerca in tutti i modi di potersi affermare come calciatore professionista, ponendo questo suo obiettivo al di sopra di ogni cosa. Al giovane libanese oltre al Paladino d’oro sono stati consegnati cinque milioni. La seconda sezione ha raccolto i film più famosi a livello internazionale come: Sfida sul Tamigi di Ferdinand Fairfax, Il mito di Tony Scott, Space Jam di Joe Pytka e tanti altri. Ma i veri protagonisti di quest’ultima sezione sono stati tre: il ritrovamento del primo film di Angelo Musco, un assemblaggio di rare “attualità” cinematografiche realizzate dall’Istituto Luce e dalla Incom su Primo Carnera, e il film Lo svitato interpretato da Dario Fo. Angelo Musco, famoso comico degli anni venti, era il protagonista del film Cinque a zero. Questo film, che ottenne numerosi consensi, venne valutato dal famoso critico dei tempi, Enrico Roma, un tentativo dell’attore di rinverdire la sua declinante carriera teatrale. Il film girato in origine in lingua italiana è stato ritrovato in un archivio cinematografico francese, doppiato in lingua transalpina . Ciò ha stupito quasi tutti, considerato che negli anni venti il doppiaggio era ancora un evento abbastanza raro. In onore del trentennale dalla morte di Primo Carnera, il primo italiano ad aggiudicarsi il titolo di campione del mondo di pugilato, è stato realizzato dall’Istituto Luce di Roma e dalla Incom un assemblamento delle immagini più belle della storia di Carnera, che spazia dallo sport al costume alla cronaca. Per finire un omaggio al premio Nobel per la letteratura 1997 Dario Fo, con la proiezione del film Lo svitato dove Fo interpreta le vicende di un giornalista sportivo.
VITO MAGGIO:
“I ragazzi preferiscono
vedere i film recenti”

L’ideatore della rassegna è Vito Maggio, giornalista sportivo da quasi cinquant’anni, oggi corrispondente della Gazzetta dello Sport. Già nel 1975 organizzava degli incontri durante i quali venivano proiettati dei film il cui tema predominante doveva essere lo sport.
La caratteristica di questi incontri stava nella particolarità delle proiezioni in quanto facevano parte di cinematografie estere di cui nessuno ne aveva conoscenza: erano quelle dell’Est, francesi, tedesche e di altre case che non distribuivano in Italia.
Nel 1979 nasce in lui la convinzione di creare lo Sportfilm festival, prendendo spunto dal Festival del documentario sportivo di Saint Vicent. Il complemento a quello che già esisteva era quindi una rassegna dove lo sport era il protagonista, utilizzando la tecnica dei lungometraggi. L’idea ha avuto i suoi sostenitori, infatti, ad oggi, sono diciotto le nazioni che partecipano attivamente alla rassegna. L’obiettivo che si è posto sin dall’inizio Vito Maggio è quello di non considerare lo sport soltanto come un fatto agonistico, ma come un fatto culturale, di immagine; i film a contenuto sportivo devono far nascere la voglia di praticare uno sport. Purtroppo, ancora, - afferma il presidente - non sono molti gli amanti delle rarità cinematografiche sportive. I ragazzi soprattutto, preferiscono vedere i film più recenti piuttosto che un documentario in lingua originale, a meno che non siano degli appassionati del settore.
E’ per questo che le affluenze maggiori di pubblico le abbiamo registrate per la sezione Agonismo e spettacolo.


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