SALONE NAUTICO DI GENOVA
Link: www.fiera.ge.it/nautico/1996.htm

Dai grandi Motoryatch...alle barche per tutti


a cura di Germano Scargiali

G li yacht grandissimi, i "megagalattici" fast-yacht, l'ultimo dictat della moda, da proporre agli sceicchi del petrolio ed ai loro pari, sono i grandi protagonisti del salone e della nautica in genere. Durante la mostra persino i quotidiani nazionali hanno parlato della trepida attesa per l'imminente arrivo di un facoltoso personaggio proveniente dagli emirati. Non si è saputo se abbia, poi, comprato il suo mega yacht. È noto, comunque, che, proprio nello yachting del massimo livello l'Italia abbia assunto una leadership a livello internazionale. Le massime imbarcazioni trovano, ormai, una classica sistemazione in darsena. Sui viali d'ingresso e nel grande padiglione C, il lusso è rappresentato da nomi come Riva, Azimut e Ferretti. Fra tutti, è proprio Ferretti ad essere in grado, da qualche anno, di suscitare maggiore interesse. La casa romagnola esporta l'ottanta per cento della propria produzione, dividendolo fra l'Europa ed il sud America. La Ferretti è un esempio dell'Italia che riesce a produrre "nonostante tutto" e la ricetta è quella di vendere all'estero. Ma quando si risveglierà il mercato italiano? Le novità in salone erano il Ferretti 43, evoluzione del 120, con doppia dinette e cabina marinaio a poppa (niente male per un 12 metri), il Ferretti 70, evoluzione del 210, che lo scorso anno era stato presentato solo in progetto ed, infine, i maestosi Ferretti 80 ed 80 RPH. Quest'ultimo è una versione ad un ponte e mezzo, una soluzione unica fra gli undici modelli prodotti. Ma i pregi della casa risiedono nella alta qualità, nello styling e nella capillare assistenza, che si concretizza nei "Ferretti point" distribuiti in tutto il mondo. Infine, è stata comunicata ufficialmente a Genova la nascita della Ferretti Custom Line, una nuova società con cantieri a Fano, che rappresenta una filiazione verso l'alto, per assecondare proprio la richiesta di quei mega-yacht made in Italy di cui abbiamo già parlato.



Lo yatch di pregio

Più contenuta nella produzione, ma pur sempre di lusso, la gamma prodotta dalla Ilver, un altro nome-guida del mercato italiano, che ha avuto il merito di venire incontro ad una più larga fascia di utenti, estendendo la propria pregiata produzione verso il basso, con la creazione del fortunato Dorado, lungo 7,50 mt all'omologazione, ma che supera di fatto gli 8 metri con gli slanci, cioè con il sistema di misurazione comunemente usato. Cresce la qualità Cranchi ed il salone lo ha confermato. L'Atlantique, 38' con flyng, è la barca di maggior prestigio. ma la gamma fra i 21 ed i 36 piedi acquista ogni anno più armonia, più styling, più completezza di accessori: Ellipse, Turchese, Corallo, Zaffiro, Smeraldo sono i nomi ammiccanti di questi scafi, che spaziano dal day cruiser fino allo yacht di medio e lungo raggio. La Rio, dopo aver completato la propria produzione oltre i 40 piedi, ha perfezionato la fortunata gamma Fisherman. Sorprende per il rapporto qualità-prezzo il nuovo 600 Fish con cabina comando coperta ben dimensionata e strutturata con oblò a vetri scorrevoli e chiusura scorrevole in anodizzato pesante (tipo motoryacht) anche sul retro. Questo modello si propone a meno di cinquanta milioni, completo di entrobordo a chi non vuole affrontare l'acquisto del più lussuoso 650. Anche il meridionale Fiart non smette di sorprendere. La gamma del cantiere napoletano, che costruì, alle soglie degli anni '50, il primo scafo in vtr d'Europa, è sempre incredibilmente vasta: La Fiart continua a perseguire il disegno di accompagnare il cliente dalla prima all'ultima barca. Prende il via dai piccoli open per arrivare ai motoryacht di oltre 40 piedi. La qualità e la completezza dei nuovi scafi sono notevoli. La Gobbi sfoggiava nel padiglione S il nuovo cabinato 365, ma la sua gamma parte da una serie di day cruiser da 7 metri con caratteristiche più differenziate, rispetto alla diretta concorrenza. Anche la qualità cresce, così come il mercato impone.



La barca per tutti

Molti cantieri di nome si dedicano alla fascia di mercato, che si limita alle barche dal prezzo più accessibile, anche se, come abbiamo visto, non mancano cantieri eclettici, che mantengono la produzione di "barchini", pur essendo entrati da tempo nel settore dorato dei grandi cruiser. La maggiore novità Sessa consisteva, a Genova, nelle proposte di package con i motori Yamaha. I nomi dei sinuosi open e dei minicabinati ricalcano l'american style. Il prodotto è molto buono e mantiene ottime quotazione sull'usato. Il calabrese Ranieri, che è entrato anch'esso nella fascia dei cabinati, soprattutto del tipo sotto i 7,50 m e del walk around, vedi il modello Atlantis 20, ha presentato in salone la nuova Azzurra da 5 m, un open di prestigio per l'utente medio. Più impegnativo, il 5,60 Path Finder, un open largo 2,25 m. Il più piccolo cabinato Ranieri è il Mid-night sun, un mini cruiser nella fascia dei 6 metri. Angelo Molinari, il popolarissimo costruttore lombardo, che porta uno dei cognomi più famosi della motonautica nazionale, era presente con due novità abbastanza eclatanti: il 630 Fish ed il 630 Cabin. Molinari ha da tempo abbandonato le pur vendutissime carene a catamarano, adottando la carena a V profondo con scarponi laterali, ritenuta unanimamente la più consona ai nostri mari. Meno appariscente del solito, il nome Acquaviva era sempre presente in fiera ed appare sempre in grado di soddisfare la sua tradizionale fascia di clientela, diffusa su tutte le coste nazionali. Il siciliano Marinello è riuscito a fare scoop ancora una volta, grazie alla microlancia Cicciolina, per anni indicata come la più piccola barca in fiera (meno di 2,50 mt): il popolare giornalista televisivo Puccio Corona l'ha provata in acqua per Linea blu, dicendo che era l'unica che poteva permettersi. Marinello, però, ha esteso la propria produzione di open e piccoli cabinati fino al limite dei 7,50 mt e punta molto sull'evoluzione del Walk Around, suo attuale cavallo di battaglia. Quasi un esordio per il trapanese Stabile. Il nome del cantiere è quasi epico in Sicilia, dove è fra i massimi costruttori e riparatori di pescherecci di grossa stazza in legno ed in metallo. Adesso, una sezione staccata del grande centro di carenaggio, che ha sede nell'area portuale, produce tre imbarcazioni di buon design e di finitura, che tende al perfezionismo. Si chiamano tutte Stama, dalle iniziali di Maurizio Stabile, il giovane della famiglia, ideatore e progettista della nuova linea, che comprende un open e due cabinati veloci, stazzati come natanti. In casa di maestri d'ascia e costruttori navali di professione, anche la robustezza è d'obbligo. I prezzi, essendo in fase di lancio, sono veramente da esaminare.