Succede spesso,
incontrando gli amici con i quali si condivide la passione della subacquea, di sognare
mete per prossimi viaggi, immaginando immersioni alla scoperta di nuovi fondali.
Ultimamente uno dei nomi che circolava più frequentemente riguardava un territorio che si
estende tra la Nuova Guinea e la Malesia: le Filippine, arcipelago che si estende da nord
a sud per 1800 chilometri e da est ad ovest per poco più di 1000, formato da circa 7200
isole con le loro coste bagnate dallOceano Pacifico, dal Mar Cinese Meridionale e
dal Mar di Celebes.
E quando leggo di un viaggio verso lisola di Mindoro, mi dico: non perdiamo
loccasione e andiamo.
Lascio la mia città, Torino, in una splendida mattinata di questinverno fino a quel
momento assolutamente mite, e mi avvicino a Roma, da dove un volo della Gulf Air,
attraverso una sosta in Bahrein, ci porta fino a Manila. Le ore di viaggio che ci
aspettano sono tante ma leccitazione di conoscere quei nuovi luoghi rende tutto
sopportabile.
Lasciato il caos di Manila, e dopo oltre tre ore di pullman, arriviamo al porto di
Batangas e da lì, con una delle tipiche imbarcazioni Filippine, raggiungiamo in poco più
di unora Sabang Beach, località vicino a Puerto Galera. Da quando ho chiuso la
porta di casa mia sono passate oltre 31 ore, sono le nove di sera locali, ma non si
avverte la stanchezza: per lindomani ci attendono le prime immersioni e
lattenzione è tutta dedicata a preparare lattrezzatura subacquea e
fotografica.
Sveglia alle otto, lappuntamento con le guide è per le nove, ma la voglia di
immergersi, ormai incontenibile, ci porta ad essere in anticipo sull'orario stabilito.
Il centro immersioni, allinterno del resort dove siamo alloggiati, è ben
organizzato e dai puntuali briefings illustrati prima di entrare in acqua capiamo
che le guide sono ottimi conoscitori dei luoghi dove poter effettuare le prime discese.
Quasi tutti i punti di immersione vengono raggiunti in pochi minuti dalle imbarcazioni
filippine a bilanciere del diving. Cominciamo con Sabang Wreck, due piccoli relitti
in legno di recente appositamente affondati ma già popolati di pesci vetro, lion fish e
ovunque attaccati alle strutture crinoidi di tutti i colori, sicuramente la caratteristica
principale di questo mare. Affascinante su questo relitto limmersione notturna, dove
numerosi spirografi fanno da contorno alle imbarcazioni. Altri due relitti, Monkey
Wreck e St. Christoper Wreck, sono pieni di vita: pesci angelo, pesci farfalla,
con i soliti crinoidi a colorare gli scafi.
Gran parte delle immersioni, tutte svolte in curva di sicurezza, si svolgono entro i
trenta metri di profondità, quindi sicuramente accessibili anche ai subacquei meno
esperti: la limpidezza dellacqua e la sua temperatura, intorno ai 27-28 gradi,
rendono ancora più gradevoli le discese.
I punti di immersione che si susseguono, sempre diversi durante tutta la nostra
permanenza, sono numerosi: Coral Garden, Pink Wall, Monkey Wall, Ernies
Cave, Sinandagan Wall, Fish Ball, West Escarceo, Shark Cave.
Coralli, gorgonie, alcionarie, enormi spugne, barracuda, carangidi, pterois, cernie, pesci
chirurgo, pesci pipistrello e molte altre specie, con quel po' di fortuna che tutti noi
subacquei invochiamo prima di ogni immersione, sono lincontro quotidiano durante le
discese.
Da segnalare su tutte due immersioni: Canyon, dove si stagliano enormi gorgonie con
i loro piccolissimi gamberetti pistola e dove, guardando verso il blu, è facile vedere
tonni, squali, carangidi, e Laguna Point, dove è un continuo susseguirsi di
anemoni con i loro abitanti, i pesci pagliaccio, nudibranchi coloratissimi, spirografi,
pesci palla, murene blu, cavallucci marini, spugne, e numerosi altri soggetti interessanti
soprattutto per la macrofotografia.
Le immersioni sono state lobbiettivo principale del nostro viaggio, tuttavia durante
una escursione in canoa allinterno dellisola ci si è resi conto che la tipica
lussureggiante vegetazione meriterebbe di ricevere una maggiore attenzione.
E arrivato il giorno di tornare a casa: ci attende un lungo viaggio ma il continuo
ricordo di quanto avevamo visto è immaginare la possibile riuscita delle tante fotografie
scattate nei fondali di questa parte dellOceano Pacifico ci permette di non trovarlo
assolutamente faticoso. |