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Spor: Calcio
L'INTERVISTA ZEMAN
Incontriamo Zeman, personaggio discusso e apprezzato,
lodato e disprezzato comunque al centro
dellattenzione dellopinione pubblica.
di Dina Lauricella
Incontriamo Zeman nella sua tana, anzi nella tana della lupa,
lImpianto sportivo di Trigoria, 45 minuti dal centro della città, nel cuore della
campagna romana. Personaggio discusso e apprezzato, lodato e disprezzato comunque al
centro dellattenzione dellopinione pubblica.
- Le capita mai di scontrarsi con limmagine che i giornali hanno costruito di lei?
Su di me si è detto tanto, certe volte hanno sbagliato altre hanno indovinato, la verità
è che lo scontro più duro ce lho con me stesso tentando di fare del mio meglio con
passione e lealtà.
- Qualè la sua opinione circa lattuale situazione sportiva di Palermo?
Ormai sono fuori dalla realtà siciliana, vengo solo in estate ma la vivo in modo
totalmente diverso. I miei ricordi sono degli anni settanta. A quei tempi facevo nuoto,
calcio, pallavolo, baseball, certo mancavano tante cose, forse più di quante ne mancano
oggi, ma avevamo tanta passione e riuscivamo ad andare avanti adeguandoci alla situazione.
Oggi con la sola passione non è certo possibile competere con gli altri.
Non ho mai capito perchè in Sicilia tutto risulta essere più complicato, difficile.
Nello sport, così come in tutti gli altri settori, se si vuol crescere ad un certo punto
si è costretti a scappare, lo dico a malincuore. - Dunque le è dispiaciuto andar via da
Palermo.
Moltissimo, ci stavo bene. Si è semplicemente tratttato di una scelta di lavoro appunto,
occasioni che altrimenti non avrei mai avuto restando in Sicilia. Cè
disorganizzazione in tutti i settori e si vive a secondo se cè sole o pioggia.
Troppo spesso cambiano le opinioni e le strade da seguire.
- Ritiene che dovrebbero cambiare i vertici dellorganizzazione attuale?
Uno da solo non può fare nulla, è un problema di collaborazione, di mettere tutte le
componenti al posto giusto. Ce ne sono stati tanti bravi, con buone idee che hanno provato
ad affermarsi senza ottenere nulla.
- Quale ritiene che sia la causa principale della difficoltà di portare il Palermo calcio
in serie A?
In genere si attribuisce la responsabilità di tali insuccessi alle carenze economiche ,
eppure abbiamo esempi come il Foggia che dimostrano il contrario. Io stesso, ai tempi in
cui allenavo il Licata non disponevo certo di un grosso budget, eppure le mie più grandi
soddisfazioni personali risalgono proprio a quel periodo. Anche a Palermo ho fatto nove
anni di settore giovanile durante i quali abbiamo mandato cento ragazzi tra i
professionisti, non è poco, è un risultato senzaltro positivo.
Ciò che conta è la squadra e non intendo solo allenatore e giocatori ma lintero
entourage che vi gravita intorno: medici, dirigenti, fisioterapisti, addetti stampa,
sponsor, ciascuno ha un ruolo importante da svolgere al meglio.
Mi capita spesso di osservare giovani rappresentative di calcio siciliane. Sono forti,
arrivano qui e vincono perchè ci sono dei buoni giocatori che però quando arriva il
momento di affermarsi spariscono. Per crescere quelli bravi sono costretti a lasciare la
Sicilia. E normale che se ci fosse un impianto, una società ben organizzata in
grado di accoglierli, questi giovani potrebbero restare a Palermo e sarebbero materiale in
continua evoluzione e crescita a disposizione della serie maggiore.
- Che ne pensa dellIveco Palermo?
Questa è unassurdità che dovreste spiegarmi voi palermitani. Con quale criterio si
acquista una squadra di massima serie senza assicurargli almeno un impianto sportivo? Si
vede che ci sono altri interessi! Per non parlare dei lavori del palazzetto che sono
continuamente fermi. Bisognerebbe essere coerenti e chiamare la squadra Iveco Trapani,
visto che è la che giocano.
- Le piacerebbe tornare in Sicilia e allenare il Palermo?
E il sogno della mia vita, ci penso spesso. Lo farei per me, perchè da voi ci sto
bene, e lo farei per i palermitani verso i quali ho un debito di riconoscenza, mi hanno
davvero dato tanto.
- Cosa manca perchè questo si possa realizzare?
Ci penso da tempo, è difficile dirlo. Vede, io sono un uomo molto freddo la Sicilia
invece è una terra estremamente calda, solo lì riesco a trovare equilibrio. Siamo gli
opposti che si attraggono.
- Un uomo freddo che però fa il suo lavoro con estrema passione. Allenatore di calcio per
lavoro, e come hobby?
Mentre come allenatore preferisco il calcio perchè lo considero molto creativo, mi piace
il tennis da praticare nel tempo libero. In realtà sono diventato un pò pigro, forse ho
fatto troppo da giovane. Se mi propongono di fare una partita dico che non ho tempo, in
realtà non sopporto lidea di perdere. Certo con il tempo e con lesperienza ho
imparato ad accettare anche la sconfitta ma ci devono essere le condizioni giuste: il mio
avversario deve essere più forte ed io devo essere certo di aver comunque dato il
massimo....ma, perdere perchè ho cinquantanni e fisicamente non rendo al
meglio...quello non posso proprio digerirlo! |
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