L'universo
fantastico di Monique Dupong
Osservare unopera di Monique Dupong é come ripercorrere
mentalmente alcune fiabe di
Andersen in cui un oggetto, viaggiando di mano in mano
e passando di avventura in avventura, arrivato al punto in cui la sua vita sembra finita,
viene raccolto e utilizzato
nel miglior modo possibile da chi ha un animo sensibile.
Di Vinny Scorsone
E questo il principio di base che accumuna strutturalmente le opere di
questartista.
Difatti conchiglie, legnetti, cladodi di fico dindia essiccati, ricci, alghe, scope
di mare, sassi e tutto quello che il mare ha inglobato nel tempo nel suo immenso ventre e
sapientemente lavorato, per poi restituirlo sulle spiagge, viene raccolto da Monique,
osservato e assemblato, determinando la creazione di un universo fantastico.
Nascono così lequilibrista, lincantatore di serpenti, bambine, cavalieri su
improbabili uccelli, scarpe e altro ancora.
Guardando questi strani esseri si ha limpressione che in effetti quella sia la loro
forma originaria.
Un popolo del mare che sembra derivare dalla fantasia di Tim Burton e dal magico mondo dei
folletti europei. Ma se la maggior parte degli esseri fantastici é maligna, le creature
di Monique sono simpatiche e sprizzano una grande allegria.
Chi ha detto che larte deve essere cupa, angosciosa e trasmettere chissà quale tipo
di messaggio? Larte può anche essere una ventata di aria fresca, un inno alla gioia
condito con un grande senso di umorismo ed ironia.
Ma lopera della Dupong non si ferma a questo.
Creato tridimensionalmente il personaggio scatta la seconda operazione: la trasposizione
su un piano bidimensionale. Normalmente é esattamente il contrario, ma in questo caso
lessere realizzato con i legnetti viene dipinto su un foglio di carta, assumendo la
leggerezza e il fascino dellillustrazione fiabesca. Ciò che é precario si
trasforma in una composizione di linee fatta per durare nel tempo; singoli personaggi,
ognuno pronto a narrere la propria storia e a guidarci nel paese da cui proviene,
destinati a non incontrarsi mai.
Vedere tutto insieme il popolo del mare, fermo con gli occhi scintillanti e così saturo
di vita ci fa pensare a una fiaba in cui, quando tutti dormono gli essere inanimati si
animano e gridano: non é vero che ci hanno creati, noi siamo sempre stati così.
Il dio mare ci ha punito per colpe commesse e ci ha fatto a pezzi scaraventandoci sulla
spiaggia, dove una nostra amica ci ha ridato la vita.
Quello che era nato come un gioco per Monique da fare con le sue figlie in riva al mare é
diventato una missione per il recupero del popolo del mare.
Monique Dupong
Di Vincenzo Lombardo
Cefalù - Non vi stupite se nelle glaciali giornate invernali, volgendo lo
sguardo verso il mare vedete, sulla grande distesa di sabbia, ancora bagnata
dallultimo temporale, una giovane donna intenta a raccogliere piccoli oggetti
depositati dalla natura.
È Monique Dupong, artista contemporanea, 42 anni, lussemburghese di nascita ma italiana
dadozione. Vive da cinque anni a Campofelice di Roccella, a 15 km da Cefalù e a
55km da Palermo.
In Sicilia è arrivata dopo un periodo di tempo trascorso in Francia e poi a Napoli.
Durante linverno, dice Monique Dupong faccio lunghe passeggiate
sulle spiagge e raccolgo piccoli oggetti della natura, come legnetti portati a riva dalle
onde del mare, alghe o conchiglie che utilizzo per fare delle maquettes ovvero bozzetti,
plastici o modellini. Perciò la mia arte è definita maquettes. Non costa molto ma
occorre molta fantasia e in giro per lEuropa è raro trovare chi realizzi le stesse
opere.
Come nasce questa passione e questa espressione artistica?
Probabilmente è nata durante un viaggio in Francia. A Parigi ho visto
unesposizione di alcune radici di alberi che potevano raffigurare diverse cose e che
erano state messe sui piedistalli senza lavorazioni particolari. Per la verità
allinizio dipingevo alcune composizioni fatte con i sassi, poi ho cominciato a
raccogliere gli oggetti della natura plasmati dal tempo. Le mie figure richiedono giornate
di impegno e di lavoro, per fare lequilibrista ho impiegato una
settimana. Poi utilizzo gli stessi lavori per fare dei disegni su tela. Ma la maquette ha
un fascino diverso. Se vengo colpita da qualcosa che ho visto faccio galoppare la mia
fantasia, torno a casa e, attraverso la composizione degli oggetti, cerco di dare
attenzione al mio pensiero, alle mie aspirazioni.
Lartista della maquette ha già ottenuto consensi nelle recenti esposizioni fatte a
Cefalù e a Campofelice suscitando linteresse della stampa.
Il mio prossimo appuntamento con il pubblico è a marzo, a Villa Niscemi, nella sede
di rappresentanza del Comune di Palermo, dove esporrò quindici tele e altrettante
maquettes. Poi sarà la volta di Verona dove parteciperò ad una rassegna dedicata alle
donne artiste. |