Passeggiata
nei tre parchi
Una passeggiata nei tre parchi di Sicilia
Di Alessandra Viola
Raggiungiamo Massimo Belli nel suo Vallegrande Ranch, accogliente agriturismo
oltre che sua abitazione. Il tipo di luogo che ci si aspetta da chi lavora per la natura,
per intenderci: immerso nel verde, con un ampio recinto per i cavalli e una sala in legno
con il caminetto che funziona come ristorante per gli ospiti. Massimo dal 1997 è il
Presidente dellEnte Parco delle Madonie, la struttura preposta alla conservazione,
tutela e salvaguardia dellambiente, cioè alla gestione, nellaccezione più
ampia, del territorio madonita. Da lui ci facciamo spiegare di cosa si occupa
concretamente lEnte.
LEnte Parco, oltre alle funzioni di conservazione tutela e salvaguardia
dellambiente che sono abbastanza chiaramente identificabili - spiega- ha tra le sue
finalità il miglioramento del tenore di vita della popolazione residente nel territorio.
Per questo negli ultimi anni si è affermata la tendenza a passare dalla conservazione,
alla promozione ed alla fruizione delle ricchezze delle zone delle quali ci occupiamo.
Luoghi ricchi di storia, di tradizioni e di paesaggi naturali di rilevante bellezza, che
hanno trovato nellEnte il naturale coordinamento delle loro diverse esigenze.
Di ambiente però Massimo si occupava già molti anni prima di ricoprire questa carica e
il suo nome è rimasto legato alle traversate della Sicilia a cavallo nelle quali faceva
da guida a piccoli gruppi di amici e turisti portandoli alla scoperta dei luoghi più
belli e spesso inaccessibili dellisola.
Lultima di queste passeggiate risale al 1996, come mai hai interrotto
una apprezzata tradizione pluriennale?
Negli ultimi due anni, e poi in modo particolare dopo la mia nomina a Presidente del
Parco, a mancare è stato essenzialmente il tempo necessario allorganizzazione del
percorso. E una cosa che non si può delegare, perché richiede molta esperienza ed
è fondamentale per la buona riuscita del trekking. Con i miei gruppi, per esempio,
viaggiava sempre unauto che trasportava i bagagli e restava in contatto radio per
ogni evenienza precedendo il nostro arrivo nei rifugi o nei centri di agriturismo dove
passavamo la notte e predisponendo tutto per una rapida sistemazione. Il concetto di fondo
è che il trekking non deve essere un massacro, né essere vissuto in condizioni
disagevoli, perché questo impedisce di godere a pieno dei luoghi meravigliosi che si
attraversano. Un conto è sostare e doversi montare la tenda o mangiare per una settimana
pane burro e salmone, come è capitato ad un gruppo di trekkers che anni fa fece un giro
dellIrlanda, altra cosa è sapere di arrivare e trovare i bagagli in camera ed una
cena composta da invitanti piatti tipici.
Il trekking a cavallo rimane ancora oggi lunico modo di esplorare una Sicilia
incontaminata e per lo più sconosciuta, attraversando campi e montagne per sentieri
spesso neppure tracciati sulle carte. Qualche altro centro organizza traversate della
Sicilia? LEnte sta organizzando qualcosa in direzione di un ripristino pubblico di
queste passeggiate?
Ci sono alcune guide equestri che localmente effettuano delle passeggiate, ma la
scala è decisamente ridotta, mentre la cosa veramente stupefacente è rendersi conto
della immensa varietà dei paesaggi che si incontrano attraversando la regione. Il mio
sogno nel cassetto da Presidente infatti, oltre che da appassionato, è la realizzazione
di un sentiero natura che colleghi i tre Parchi (Madonie, Nebrodi ed Etna)
servendosi dei sentieri e delle trazzere che noi percorrevamo a cavallo, un percorso
attrezzato e di fruizione più agevole per tutti gli amanti della natura.
Per Albaria Magazine Massimo Belli ha accettato
di ricostruire virtualmente questo sentiero natura (da percorrere a cavallo)
attraverso i tre parchi, tracciando un percorso di indiscutibile valore paesaggistico e
naturalistico. Che consigliamo a tutti gli appassionati.
I Giorno
Vallegrande-Isnello-Piano Zucchi
Partiamo dal cuore della macchia mediterranea, poco distante da Cefalù, da un luogo nel
quale in giorni tersi è ben visibile il mare e, dandogli le spalle, traversiamo il
querceto e il bosco di Guarneri spingendoci per un paesaggio di vigneti e ulivi secolari
fino al centro storico di Isnello. Da lì, ancora per querceti e faggeti, giungiamo al
Bivio di Muncerrati.
II Giorno Piano Zucchi-Castellana
Muovendoci da Piano Zucchi saliamo a Valle della giumenta, tipico esempio di dolina delle
Madonie, e da lì raggiungiamo Piano Cervi, già nel cuore del parco. Quindi passiamo per
Polizzi e Vallone Madonna degli angeli dove incontriamo gli ultimi 27 esemplari al mondo
di abete nebrodensis, una specie di abeti vicina allestinzione che deve il suo nome
agli anni in cui Nebrodi e Madonie erano riconosciuti come ununica catena montuosa.
Per il Vallone arriviamo al Santuario di Madonna dllAlto, un luogo di valenza
paesaggistica assoluta, dove la vista spazia a 360 gradi per tutta la Sicilia. Siamo a
quasi 1.800 metri e da qui si vedono persino Monte Pellegrino e Rocca Busana. Poi
scendiamo, sostando prima della periferia di Castellana Sicula
III Giorno Castellana-Gangi
Raggiungiamo il territorio di Petralia Sottana e da lì costeggiando il torrente Mandarini
lungo una traccia della forestale, ci spingiamo sulla provinciale Petralia Sottana-Piano
Battaglia fino allomonima Portella Mandarini. Attraversata la portella proseguiamo
seguendo unaltra traccia che si inerpica lungo le Scalette Alfano, per un percorso
quanto mai suggestivo ma molto ripido che in alcuni punti sembra persino più adatto ai
muli che ai cavalli. Ma ne vale la pena: in cima a questa salita lo sguardo può spaziare
su tutta la Sicilia occidentale, appare lEtna e sembra di poter toccare le Eolie
allorizzonte. Poi si arriva a Geraci, passando per labbeveratoio Saraceno dal
quale sgorgano le acque minerali e scavalcando la Portella del bifolco proseguiamo
attraverso terreni seminativi di particolare bellezza fino a Gangi.
IV Giorno Gangi-Case Mascellino
Lasciandoci alle spalle il paesaggio arido, roccioso e calcareo delle Madonie, ci
spingiamo attraverso campi e vallate fino ai verdi e boscosi Nebrodi. Traversiamo le zone
del più duro disboscamento che per secoli ha interessato la Sicilia, solo in parte
rimboschite 20-30 anni fa. Sempre per terreni seminativi, ci muoviamo lungo una traccia di
alcuni chilometri attraversando poi, proprio dei rimboschimenti forestali. Boschi giovani
riconoscibili immediatamente oltre che per i fusti, tutti di media statura, per le
varietà non native di questi luoghi che in alcuni casi vi sono state trapiantate e per
una curiosa aura di artificialità, immediatamente avvertibile alla vista dei primi faggi
e delle prime roverelle dei Nebrodi. Abbiamo raggiunto il secondo parco, e stanotte
pernotteremo per la prima volta in tenda servendoci di Case Mascellino, locali di
proprietà del corpo forestale in territorio di Mistretta, come appoggio per i cavalli.
V Giorno Case Mascellino-Villa Miraglia
Siamo ormai sui Nebrodi, e la passeggiata è caratterizzata dallattraversamento di
vere e proprie foreste, scure faggete dove non è difficile incontrare cavalli allo stato
brado e maiali selvatici. Occorre prestare attenzione ed evitare di avventurarvisi da soli
o allimbrunire: senza punti di riferimento anche le guide più esperte rischiano di
perdersi. Per quasi 70 chilometri inoltre, più o meno da Gangi a Floreste, non
incontriamo insediamenti umani, né pali della luce, né altre tracce del passaggio
delluomo (a parte Case Mascellino, che del resto è disabitato), solo natura
praticamente incontaminata. E quindi un piacere, oltrepassata Portella di Femmina
Morta, pernottare nel rifugio di Villa Miraglia (oltre 1.500 metri), un antico casino di
caccia con confortevoli camere munite di camino.
VI Giorno Floreste-Fiume Flascio
Passando sotto monte Soro, con i suoi 1.847 metri la vetta più alta dei Nebrodi,
superiamo il laghetto di Maulazzo e saliamo al lago di Biviera di Cesarò, un luogo
indimenticabile che lascia senza fiato chi lo raggiunge per la prima volta: intatto
specchio dacqua in cima a un monte tondeggiante dove vivono indisturbati anfibi e
rettili e durante il passo sostano gli uccelli acquatici. Ci si inoltra poi nel bosco di
Mangaliviti (la stazione più meridionale del faggio in Europa), lungo la contrada di
Serra del re fino a raggiungere appena fuori dalla faggeta estesi terreni pascolivi che in
tarda primavera ospitano migliaia di capi bovini. Proseguendo, oltre il laghetto di Tre
Arie, cominciamo a scendere lungo il fiume Flascio e pernottiamo in tenda lungo il suo
letto.
VII Giorno Fiume Flascio-Rifugio Sapienza
Continuando a seguire il corso del fiume scendiamo fino al Lago di Gorrida e iniziamo la
scalata dellEtna attraverso i demani forestali, superando il monte Nave e
spingendoci fino al rifugio Sapienza. Attenzione: per questa parte del percorso è
necessario chiedere lautorizzazione dellEnte Parco che provvederà ad aprire i
cancelli lungo la strada. Saliamo quindi sul vulcano più alto dEuropa attraverso
boschi, terreni seminativi, fiumi e laghetti, attraversando una zona ancora vergine,
intatta, e concludendo così il nostro itinerario nel terzo parco siciliano, altro luogo
di pregevole bellezza naturalistica e paesaggistica.
Siamo arrivati. Mi sembra davvero di aver visitato luoghi impervi e
incantevoli, ho gli occhi pieni di colori e paesaggi che in realtà non ho mai visto. Le
parole di Massimo sono riuscite persino a farmi annusare i boschi dei Nebrodi facendomi
scoprire una Sicilia diversa e incontaminata, lontana dal tradizionale circuito turistico
e sconosciuta anche agli stessi siciliani. Solo di una cosa non mi sento totalmente
convinta, cioè che il trekking equestre sia adatto a chiunque sappia cavalcare
discretamente: io dopo appena due ore di intervista mi sento come se fossi stata sette
giorni a cavallo! |