21 Gennaio 2004


 

 

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JAZZ IN SICILIA 

JAM-SESSION PER PROTESTARE CON GARSIA

Magica e coinvolgente jam-session martedi 20 gennaio in strada a Palermo, accanto al Real Teatro Santa Cecilia, per dare man forte alla protesta del famoso musicista siciliano, il maestro Ignazio Garsia, che da tre giorni ha scombussolato non poco i piani di chi vorrebbe estromettere il Jazz da Palermo e dalla Sicilia. Anche per questa notte ha deciso di restare in via Piccola vicino al Teatro e continuare lo sciopero della fame iniziato sabato. Si aspetta infatti ancora una decisione chiara da parte delle Amministrazioni locali in merito alla esatta destinazione del Teatro che, in base ad un disegno di legge, sarebbe dovuto diventare “Casa del Jazz” dell’Isola, sede di produzione delle “altre” musiche: Jazz e di derivazione afro-americana.

Per poco più di un’ora a cominciare dalle 19,15 dai quattro metri quadrati intorno al pianoforte di Garsia, un gruppo di musicisti fra cui il trombettista Vito Giordano, Diego Spitaleri Giuseppe Costa hanno animato piacevolmente la jam-session in solidarietà del noto maestro e compositore siciliano, difendendo a suon di note la musica jazz e le sue tradizioni con una serie di brani standard del vasto repertorio jazzistico. E’ stata un’esibizione spontanea che ha attirato musicisti e ascoltatori entusiasti, che sul micro palco del gazebo hanno visto avvicendarsi anche Francesco Marchese al sax tenore, Fabio Riina alla tromba, Riccardo Randisi, Totò Pizzurro al trombone e l’inserimento estemporaneo della vocalist Flora Faìa del gruppo di Musica popolare di Palermo. 

“Non c’è un programma predefinito,” – ha comunicato Vito Giordano – “la protesta andrà avanti ad oltranza fino a quando non avremo un riscontro chiaro e concreto da parte delle Amministrazioni: continueremo pertanto ogni giorno con esibizioni spontanee di un’ora sempre qui vicino al Teatro Santa Cecilia”. Flora Faìa giovedì 22 gennaio alle 19 canterà in via Piccola insieme al Gruppo di Musica Popolare per dare il suo contributo e trasmettere quell’allegria e quella carica che hanno caratterizzato la sua performance di ieri sera.

“Se devi chiedere che cos’è il Jazz non lo saprai mai” – disse una volta Louis Armstrong -. Questa perentoria affermazione esprime bene tutto il fascino e la complessità di questo genere musicale. “Il Jazz ha superato i confini ristretti del mondo delle sette note per diventare un fenomeno dalle molteplici implicazioni” e a quanto pare dalle assurde ed ingiustificate complicazioni, almeno nella nostra città di Palermo, in altri periodi in perfetta osmòsi con il linguaggio jazzistico siciliano, che ha per culla storica il “The Brass Group” e che adesso trova davanti a sé un muro, consistente tanto quanto le lobbies musicali che lo hanno eretto.

Sono tantissime le firme raccolte in questi giorni nell’angolo di strada che ospita il maestro Garsia vicino al Teatro Santa Cecilia e riportate nell’appello del 19 gennaio per la sopravvivenza dell’Associazione Siciliana per la Musica del Novecento “The Brass Group”, indirizzato al Presidente della Regione Siciliana, al Governo Regionale Siciliano, al Governo della Provincia di Palermo e alla Giunta Municipale della Città. E se vero è che l’improvvisazione è una delle componenti del Jazz, tutti i jazzisti siciliani in questa precisa circostanza invece non intendono lasciare al caso la loro sorte e quella di una Grande Musica che, già fortemente penalizzata come risorse economiche, si trova oggi pervicacemente esclusa dal panorama concertistico siciliano anche in termini di spazi.

Foto e testo di Alessandro Costanzo Matta