WINDSURF: La
scelta della nuova tavola olimpica
PAUL
HENDERSON:
“O SI CAMBIA O IL WINDSURF PUO’ FARE I BAGAGLI…”
Il sospetto
dell'irregolarità sulla probabile esclusione del One Design ai Giochi
Olimpici.
A Copenaghen, Paul Henderson ha deciso di intervenire personalmente
presso la commissione riunitasi domenica 7 novembre menzionando
negativamente l’operato della Boards And More. Alla fine il suo è
sembrato più un dictat che un discorso mirante a mettere tutti
d’accordo su un problema alquanto spinoso per gli sportivi del globo
intero chiamati in causa per un ”diverbio” fra due parti l’uscente
Presidente dell’ISAF con la casa produttrice della Mistral e Rory
Ramsden responsabile della relativa Classe.
A "prendere una decisione definitiva" su quale tavola rappresenterà o
meno il windsurf ai prossimi Giochi Olimpici sarà il voto finale del
Council previsto per il fine settimana.
di
Kristian Guttadauro
8
novembre - ”C’è qualcosa di marcio in Danimarca”, recitava un
famosissimo passo dell’Amleto di Shakespeare.
Sembra che quanto accada in questo paese oggi come allora sia sempre destinato a destare malumori e sospetti di
“irregolarità” e quant’altro.
Si è aperta ufficialmente a Copenaghen la settimana probabilmente più
difficile per la storia del windsurf come disciplina olimpica. Si
susseguono i meeting delle varie commissioni ISAF per dare suggerimenti e
segnalazioni all’Event Committee e poi alla fine al Council, composto
dai rappresentanti delle federazioni nazionali, che finalmente il prossimo
13 novembre si pronuncerà definitivamente su quali saranno le classi
ammesse a preparare il quadriennio che porterà direttamente ai Giochi di
Pechino.
I
destini dell’attuale tavola olimpica, il Mistral One Design, reduce da
ben tre edizioni dei giochi e rappresentata da due classi sulle attuali
undici, sono quanto mai in discussione in queste ore.
E come nell’Amleto qualcuno provò ad usurpare il trono del legittimo
re, all’interno del Windsurfing Committee si è giocata una partita
delicatissima che rischia di tagliare le gambe all’unica vittima di
turno, lo sport delle tavole a vela, disciplina praticata da migliaia di
atleti ma soprattutto disciplina ammessa nel gotha degli sport olimpici.
Dopo
tre Olimpiadi, il Mistral One Design, con alle spalle una classe
organizzatrice di numerosi eventi che coinvolgono sia i più piccoli che i
master, oggi è davvero in bilico. Anzi, a dire il vero, per il
Windsurfing Committee riunitosi domenica, il futuro del One Design
sembrerebbe già più che archiviato, ormai passato alla storia.
Ma
alla storia non sembra destinato a passare solo il One Design, infatti
anche questo meeting danese passerà agli annali come quello forse più
turbolento e giocato forse anche al limite della regolarità. Ma cosa è
successo esattamente?
Come
già riportato in un precedente articolo, ormai da mesi si è discusso
circa l’input dato dal presidente ISAF Paul Henderson a rivedere la
situazione della tavola olimpica attuale, a detta del n.1 della vela
mondiale, non più rappresentativa del windsurf praticato in tutto il
mondo, requisito questo fondamentale per uno sport olimpico.
Secondo Henderson sono infatti altre le tavole più usate in giro per i
mari di tutto il globo e non più il Mistral One Design. Da qui la spinta
a fare nuovi test, provare altri tipi di tavole.
A Copenaghen, il presidente ISAF ha deciso di intervenire personalmente
presso la commissione ed il suo intervento alla fine sembra essersi
rivelato più un diktat che un discorso mirante a mettere tutti
d’accordo su un problema che si presenta già alquanto spinoso.
O si cambia o il windsurf può fare i bagagli e lasciare le Olimpiadi,
questo il succo del suo intervento davanti ai membri della Windsurfing
Committee.
Non è da escludere che il risentimento del presidente della vela
mondiale sia stato più che altro indirizzato, possibilmente anche a
ragione, verso i vertici della Boards and More, costruttrice delle tavole
Mistral, in seguito a magagne legate a meri interessi economici, tuttavia
chi rischia seriamente di farne le spese resta lo sport e chi oggi lo
segue e pratica.
Una commissione dovrebbe essere al di sopra delle parti per fare solo ed
esclusivamente l’interesse dello sport, ma alla fine sembra avere
accettato passivamente l’indicazione piuttosto netta del presidente ISAF:
quattro le tavole in lizza, di cui ben tre prodotte dalla Mistral (il One
Design, l’Evolution ed il Prodigy) ed una dalla Neil Pryde.
Una situazione che da un lato vedeva il presidente Henderson certamente
non docile nei confronti della ditta produttrice del Mistral, dall’altro
si trovava con la stessa azienda che contro il prototipo Neil Pryde
proponeva le altre tre scelte, indebolendo irrimediabilmente e di fatto il
fronte di chi possibilmente non riteneva fondata la necessità di un
cambio di tavola.
Insomma un clamoroso boomerang che solo uno stolto oppure qualcuno che
invece la sa lunga avrebbe potuto lanciare.
Con queste premesse resta il fatto che la votazione con scrutinio segreto,
condotta non su una prima base che avrebbe contato chi fosse favorevole o
meno al cambiamento, ha assegnato alla fine 7 voti alla tavola Neil Pryde,
2 al One Design, 2 all’Evolution e solo uno al Prodigy.
Una commissione dunque sì, spaccata quasi in due, ma allo stesso tempo
indebolita in parte dalla dispersione dei voti legati alle tre tavole
Mistral.
”E’ stata una situazione davvero paradossale, a cominciare dal duro
intervento del Presidente ISAF che non ha lasciato mai spazio al
contraddittorio, per finire con questa votazione resa per altro debole
dalla dispersione di voti causata dalla presenza di tre tavole Mistral”,
ha commentato Vinci Pottino, vice presidente mondiale della IWCO (International
Windsurfing Class Organization).
A prendere una decisione definitiva su quale tavola rappresenterà o meno
il windsurf ai prossimi Giochi Olimpici sarà il voto finale del Council
previsto per il fine settimana, dove a votare saranno, tra gli altri, i
rappresentanti delle varie nazioni, sicuramente toccati maggiormente in prima persona da quello che potrebbe voler dire un cambio
così radicale del parco tavole.
Una rivoluzione sia in termini di preparazione che di costi finanziari per
le strutture locali, peraltro assolutamente ben avviate, della tavola a
vela praticata alle Olimpiadi.
Occorre infatti ribadire e distinguere che oggi si discute sui mezzi con
cui praticare il windsurf olimpico, ovvero quella disciplina che sfrutta
gli stessi percorsi stabiliti anche per le altre classi e che dunque
richiedono al mezzo precise caratteristiche che una tavola anche più
prestante del One Design potrebbe non garantire. Esistono invece altre
specialità nel mondo del windsurf, come lo slalom, il freestyle ed altre,
che – giustamente - richiedono altri tipi di tavole, anche più
prestanti del One Design, ma che oggi non sono lo sport praticato alle
Olimpiadi, più vicini sicuramente alle altre classi veliche.
In queste ore si rischia così seriamente di iniziare a “smontare”
letteralmente un giocattolo di successo.
Tra le altre cose, serve anche precisare che la tavola finora
“raccomandata” dall’Evaluation Team ed “approvata” dal
Windsurfing Committe oggi è solo un prototipo, contravvenendo così ai
criteri fondamentali che stanno alla base dell’elezione a tavola
olimpica.
”Una tavola olimpica dovrebbe rispondere a quattro importanti
criteri: produzione, diffusione, classe organizzatrice e susseguente
attività”, spiega ancora Pottino.
E’ evidente che il Neil
Pryde RS-X, essendo solo un prototipo, non ha una storia alle sue spalle.
Non è in produzione, non è diffuso (ma non si stava cercando una tavola
maggiormente diffusa nel mondo rispetto al One Design?), non ha
un’organizzazione di classe alle spalle né tanto meno un’attività già
avviata. Insomma è una storia tutta da riscrivere, senza dimenticare poi
alcuni fattori che rischiano di compromettere seriamente finanche la
riuscita di questo nuovo mezzo in un contesto come quello delle Olimpiadi.
Il Neil Pryde RS-X sarà anche una tavola più prestante, ma in questo
modo offre maggiormente il fianco ad una serie di situazioni difficili da
gestire.
Lo stampo a sandwich, inoltre, alzerebbe anche il rischio di tavole con più
o meno imperfezioni legate alla costruzione e che rischierebbero di
comprometterne la resa in acqua favorendo di più o di meno i vari atleti.
Paul Henderson ha tranquillizzato chi ha mosso obiezioni circa
l’istituzione della nuova classe, assumendosi in prima persona la
responsabilità della costituzione e della gestione di eventi ed apparati
vari da “rigirare” poi, una volta avviati, alla nuova organizzazione,
invitando anche le federazioni nazionali a fare la stessa cosa almeno
all’inizio.
Insomma, scelte discutibili che sanno tanto di approssimazione e di una
chiara volontà di affossare il windsurf, smantellando uno sport che negli
anni ha sempre dimostrato di poter offrire tanto, con migliaia di
praticanti al seguito, dai giovanissimi ai più avanti con l’età grazie
anche al fatto di poter contare tutti su di un’unica tavola, e che oggi
risulta essere chi pagherà le spese di oscuri giochi di potere ed
interessi economici.